Serata di festa
Rayne si stava guardando allo specchio. Il suo abito da ballo verde pallido le aderiva alle curve lasciando poco all'immaginazione. I suoi riccioli, neri come la notte, erano raccolti in un'acconciatura che le lasciava il collo scoperto. Questa sera era la notte in cui la maggior parte dei lupi non accoppiati di tutti i branchi del Nord America avrebbe sperato di trovare il proprio compagno. Era sicura che tutti fossero pieni di eccitazione.
Lei no.
Non voleva un compagno. Non aveva bisogno di un compagno.
Aveva intenzione di lasciare il suo branco. Diventare una ribelle. Nessuno qui avrebbe sentito la sua mancanza. Nel branco della Luna di Giada, nessuno si curava di una piccola lupa orfana. L'Alpha le permetteva di restare solo perché era la figlia del suo vecchio Beta. I suoi genitori erano stati uccisi nell'ultima guerra tra branchi dieci anni fa. Aveva otto anni la notte in cui i suoi genitori morirono. La notte in cui la sua vita cambiò e tutti quelli che la amavano le furono portati via.
Trovare un compagno avrebbe dovuto portare l'altra metà della sua anima nella sua vita. Dubitava seriamente che sarebbe stato buono. Ben poco, negli ultimi dieci anni, era stato buono. Era nata Beta ma trattata come un'omega. Tranne per stasera. Stasera l'avevano preparata per il suo compagno, se mai esistesse, sperando che la portasse via dalle loro mani.
"Terra chiama Rayne!" gracchiò una voce dalla soglia della stanzetta malandata che lei chiamava camera da letto.
Si voltò e vide la figlia dell'Alpha, Bridgette, in piedi sulla soglia nel suo abito da ballo rosso sangue aderente. La sua faccia era coperta di trucco, le labbra di un rosso intenso e gli occhi delineati con eyeliner nero per far risaltare i suoi occhi azzurri. Sembrava una donnaccia truccata. Adatto, visto che corrispondeva al suo comportamento. Rayne sarebbe stata felicissima di stare lontana da Bridgette.
"È ora di andare, e sai quanto mio padre odi aspettare. Muoviamoci." La sua voce trasudava cattiveria.
"Andiamo allora. Prima arriviamo, prima posso tornare qui e andare avanti con la mia vita," sollevò la gonna del suo abito e si diresse verso la porta.
"Intendi dire prima che tu possa tornare qui e pulire questo disordine e quello nella mia stanza?" Sollevò uno dei suoi sopraccigli finemente scolpiti e sorrise con aria di superiorità a Rayne.
Questa stronza era stata uno dei peggiori nemici di Rayne fin da quando erano bambine. Suo fratello era gentile con Rayne, e lei lo odiava. Odiava che qualcuno mostrasse a Rayne qualsiasi tipo di affetto che credeva dovesse essere sempre riservato a lei. "Reginetta del dramma" non era un semplice titolo per lei; era la persona più egocentrica e narcisista che Rayne avesse mai incontrato. Visto che non era mai stata fuori dal territorio della Luna di Giada, non era molto.
Rayne la guardò dritto negli occhi e alzò le spalle. Non aveva intenzione di tornare qui stanotte. Aveva nascosto una borsa piena delle sue cose in un albero fuori dai confini del branco. Avrebbe lasciato la festa dopo le due ore richieste, preso la sua borsa e lasciato questa vita alle spalle. Nessuno avrebbe saputo che era partita fino a tardi nel pomeriggio del giorno dopo. A quel punto, se per una volta le cose fossero andate secondo i piani, sarebbe già stata a chilometri di distanza.
Si scrollò di dosso i pensieri e seguì Bridgette lungo il corridoio che conduceva alla porta della soffitta. Scese le scale che portavano al primo piano della villa dell'Alpha, trovarono Wilson ad attenderle nell'atrio, che le fulminava con lo sguardo. Emanava potere e rabbia per essere stato lasciato ad aspettare. I suoi occhi scuri brillavano di collera. I suoi capelli biondo sporco erano tirati all'indietro e sembravano aver bisogno di un lavaggio. Indossava uno smoking grigio antracite che sembrava elegante. La sua alta figura era leggermente incurvata a causa di un infortunio non guarito durante l'addestramento. Aveva rifiutato di farsi curare dai medici del branco, sostenendo che sarebbe andato tutto bene. Erano passate tre settimane e più tempo passava, più si arrabbiava per non guarire velocemente come una volta.
"Era ora che scendeste. Vi ho aspettato per oltre venti minuti."
Sapeva che se non si fossero sbrigate, avrebbe portato uno dei suoi lividi per il resto della serata. Non che non fosse abituata a fare da sacco da boxe, ma stasera non sarebbe stata di nuovo la sua vittima. Rayne ne aveva abbastanza di essere il capro espiatorio di quel branco. Bridgette le afferrò il braccio e la trascinò giù per le ultime scale fino a Wilson. Anche lei aveva paura di lui quando era arrabbiato. E ultimamente lo era sempre. Rayne sapeva che questo branco sarebbe stato meglio quando il figlio di Wilson, Alec, avrebbe preso il comando, ma non aveva intenzione di aspettare qui per vedere che succedesse.
Rayne raddrizzò le spalle e si preparò ad andare nella sala da ballo dove centinaia di lupi da tutta l'America del Nord si aggiravano, bevevano, ballavano e aspettavano che i loro compagni li trovassero. Una volta all'anno questo ballo si teneva nel territorio di un branco diverso. Ogni anno, ogni lupo non accoppiato partecipava alla festa, sperando di trovare l'altra metà della propria anima sotto forma del proprio compagno.
"Andiamo, signore, manca un'ora a mezzanotte e sono sicuro che ci sarà un lupo fortunato in quella sala per ciascuna di voi," Wilson entrò nella sala da ballo davanti a loro, si fermò un momento per vedere se lo stavano seguendo e, vedendo che lo avrebbero seguito, si diresse verso il bar.
Bridgette le lanciò un sorriso sornione, per poi dirigersi verso la pista da ballo con un obiettivo ben chiaro in mente. Farsi notare da ogni maschio nella stanza. Questo andava benissimo per Rayne, il cui obiettivo era nascondersi nelle ombre finché non fosse stata sicura che Wilson fosse ubriaco e potesse sgattaiolare fuori dalla villa e portare avanti i suoi piani.
Cari lettori
Benvenuti nella storia di Rayne
Questo è il primo libro della serie The Gathering Shadows
Spero vi piaccia
Buona lettura e state al sicuro
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